L’ASSE DALLAS-FORTH WORTH

Il tempo è il miglior socio dell’amicizia

Guillermo Ortega Noriega

 

Scrivere di un certo argomento non è come anni fa; ora è consuetudine costruire il testo nell’ambito delle nuove tecnologie, che hanno portato cambiamenti in molti settori dal momento del loro ingresso e questo è stato uno dei primi. Tuttavia, certe pratiche e procedure concettuali restano inalterate, come quelle che l’autore di questo lavoro identifica nella politica, dove è necessario dividere per governare e cospirare per dominare.

Gli Imperi non governano: gli Imperi dominano. Perciò gli Imperi cospirano e cospirano dentro e fuori i loro confini quarantotto ore al giorno, se possibile. Comunque, così come per tutta l’iniziativa dell’uomo, le azioni degli Imperi sono soggette a mancanze ed errori di procedura, espressivi per la loro trascendenza e, senza dubbio, uno di questi, è l’esistenza stessa di Internet e della realtà della Rete, con cui oggigiorno non si riesce più a concepire l’atto vitale. Internet non è stata creata dall’estrema generosità del Pentagono per fornire un mezzo di comunicazione di facile accesso e a basso costo ai popoli perché si mantengano uniti. L’accidente con cui è nato questo sistema per raggiungere quasi tutti sulla faccia della terra, rendendo inutili i concetti di distanza e di tempo, che adesso sembra volare, si è poi trasformato in uno strumento di radicale cambiamento. L’Internet che era stata creata per tenere unito e coerente l’Impero in caso di attacco nucleare devastante, è sfuggita al controllo esercitato dagli amministratori dei suoi operatori di sicurezza e si è insediata. Il mondo è cambiato e non sarà mai più lo stesso!
Nel dicembre nel 1970, in un’intervista al principale canale televisivo dell’America Latina, lo scomparso attore inglese Trevor Howard dichiarò che i mezzi di comunicazione avrebbero dominato il mondo alla fine del millennio. Non si immaginava che sarebbe stata l’apparizione di Internet a svolgere tale ruolo.
Tra le tante innovazioni che hanno portato i nuovi mezzi di comunicazione, ci sono quelli che si chiamano Social Network e qui, in Brasile, è nata la versione in portoghese a invenzione di Orkut Büyükkökten, che ha dato inizio, nel-l’aprile del 2005, al gran fenomeno cibernetico nazionale. Orkut coinvolge gente di medio, basso e bassissimo reddito che passa ore e ore a disegnare con il nuovo linguaggio il profilo della loro vita, ovviamente, raggiungendo i limiti di esposizione inconcepibili che invadono l’intimità e il rispetto delle leggi. Sono quasi 40 milioni le persone che campano d’aria e… di Orkut.
“Perché passare tante ore seduti davanti allo schermo di Orkut? Beh – ha risposto un utente – è come se mantenessi i contatti con familiari e amici che non vedo da tanto tempo, è come se tornassi giovane. Poi si utilizza anche per far innamorare ragazze bellissime che mettono in mostra le loro foto e mi danno l’impressione di avere una relazione seria e duratura”.
Senza grandi impedimenti, si tratta di un’insegna sotto cui si svolge un’esistenza globalizzata e la polemica è se questa nuova configurazione modifichi il comportamento degli individui e perciò della società in cui vivono. La risposta è sì e ciò significa che non si devono perdere le tradizioni né le verità storiche di ognuno. Il problema nasce quando ci dimentichiamo delle radici per affrontare nuove sfide come se fossero le uniche strade percorribili, a volte facenti parte di un passato ricco di conoscenza ed esperienza anche se è certo che questa rimane una scelta personale o di gruppo.
Allora, la libera professionista che esercita la prostituzione nel tempo libero, commenta dal Malecón de L’Avana: “Fare questo lavoro aumenta le entrate della mia famiglia e oltretutto collaboro con il mio amato paese alla generazione di divisa.”
Un altro libero professionista, con un ottimo impiego in un incarico pubblico e inserito nella politica brasiliana grazie alle sue attività, che gli permettono di argomentare e difendere atteggiamenti rivoluzionari – tutti, s’intende, contro  l’Impero – spiega, in maniera costante e comoda dal suo ufficio con l’aria condizionata, mentre ascolta ancora Muzac, una delle sue proposte più clamorose: “i paesi latino-americani si devono organizzare per creare una moneta unica che li unisca” -e quale sarebbe il nome di questa moneta? “Semplice: la moneta si chiamerebbe ´Che´ in omaggio all’eroe cubano, l’argentino Ernesto Che Guevara”.
Ma né lui né i creatori dell’Euro, che festeggia il suo decimo compleanno, si rendono conto adesso che non serve a niente creare “Che” etc, perché qualsiasi moneta sarà sempre vincolata alla famosa “divisa”. Divisa che significa il Dollaro USA! Uguale alla divisa alla quale si riferiva, in modo molto responsabile, la giovane jinetera del Malecón de L’Avana.
Si vive in questo mondo globalizzato che non ha più frontiere di opinione, pensiero, lingua e costumi se non fosse per quelle fisiche che, per questioni di protocollo e sfiducia, si insiste a mantenere con le barriere doganali e i passaporti, giustamente, perché esistono i poveri che emigrano da qui a là e perché, sicuramente, vogliono anche un angolo di ricchezza. In ogni modo, qualsiasi sia il prezzo, nessuno può rifuggire al controllo dell’Impero.
L’Euro, la moneta unica della seconda area più importante della terra, si trascina ancora dietro dubbi sul successo di questa esperienza inedita nella storia economica. Quando la moneta si insediò, la Germania sapeva che non aveva niente da guadagnarci dal punto di vista economico se non per la politica, ma sembra che senta ancora la mancanza del Marco. La Spagna e l’Irlanda hanno vissuto un momento d’oro. In Italia si è accentuata l’idea di un paese in decadenza. Il Portogallo era rimasto fermo nel tempo. Non è facile sapere qual è stato il ruolo dell’Euro in quei paesi.
Una cosa è certa: le imprese di servizi connessi con il cambio della nuova moneta hanno enormi margini di guadagno sul denaro stesso che entra nelle loro casse. Cioè, una cosa è il valore ufficiale dell’Euro, un’altra è il valore commerciale nel quale si trasforma al momento della conversione manipolata con il Dollaro.
Gli intermediari sono di solito aziende dell’Impero, che sono coloro che beneficiano realmente dell’Euro in quella posizione. Il lettore immagini cosa succederebbe con il “Che”. Ebbene, la moneta sarebbe, in meno di due o tre mesi, completamente inutilizzata e diventerebbe un giocattolo dell’Impero, anche se l’Impero non può giocare perché ha le gambe tremolanti a causa della crisi economica. Ma neanche così perde di sagacia, anzi si veda la SBO – Soluzione di Barack Obama.
L’impulso della globalizzazione attraverso Internet è stato utilizzato per scegliere un nuovo presidente degli Stati Uniti. Il Reggente dell’Impero, l’Imperatore per essere più espliciti, il 20 di gennaio di quest’anno si è preso il compito di salvarlo da un destino senza chance. In altre parole, la crepa della crepa, la rottura completa quando si ha una popolazione di 30 milioni di disoccupati che navigano in un mare di miseria, nelle sabbie di un deserto di cui si era a conoscenza solo per averlo creato in altri paesi. Però, adesso, l’esperienza, come se fosse una questione di karma, si rivolta contro l’Impero come qualcosa che ripaga il male con la stessa moneta. Ma il capitalismo non perde tempo con questo tipo di riflessioni.
La SBO – Soluzione Barack Obama – è caduta dal cielo. Un uomo giovane e meticcio di razza bianca e nera, cresciuto in ambiente bianco, cosa può diventare? Semplice: l’esperienza ecco la qui, almeno in Brasile. Un nero dall’anima bianca! Un mammalucco di ultima generazione. È stato cresciuto e istruito ad essere normalmente un bianco ma non lo è. Solo Dio sa che cosa deve aver passato durante l’infanzia e la giovinezza in un paese alimentato dal razzismo e dall’odio esacerbato, come lo sono le informazioni del-l’Impero negli ultimi trecento anni. Sarebbe sorprendente se, di fatto, invece che una soluzione, fosse solo una cospirazione. Sì, la CBO – Cospirazione Barack Obama-auspicata dai WASP – White (bianco), Anglo-Saxon (anglosassone), Protestant (protestante) – quelli che hanno decimato gli Indio nel futuro territorio degli USA, dove schiavizzarono i Neri, giunti dall’Africa contro la loro volontà. I WASP, che sono la maggioranza, avrebbero sistemato il tesoro e le riserve dell’Impero ai margini della mendicità grazie all’ignoranza, all’orgoglio, allo spreco del potere economico e politico con azioni disoneste e corrotte, con la morte e le guerre stupide bestialmente inutili, ingredienti che hanno portato, consecutivamente, alla debacle degli Imperi. “A qualsiasi prezzo, si dovranno impiegare tutte le risorse possibili e non possibili nella campagna politica per la presidenza di questo simpatico negretto. Deve essere lui ad essere eletto Presidente degli Stati Uniti e sarà opportuno anche curare le sue priorità di sicurezza per evitare attacchi che potrebbero minacciare il nostro scopo.” Quale sarebbe l’obiettivo? “L’Impero cadrà in qualsiasi modo e sarà molto meglio che accada per mano di un afro-americano dal nome musulmano perché così sarà molto più facile pensare a quelle radici per dare fondamento alle mancanze della sua amministrazione. Ovviamente, lui non è uno scemo, sa bene in che cosa si è imbarcato e, dato che è uno con un dimostrato QI fuori dal comune e di grande intelligenza, con quel profilo, farà di tutto fino ad arrivare ad immolarsi, se fosse necessario, per provare che è disposto a salvare l’America. Sappiamo che la nostra America cadrà per prima cosa perché la possiamo di seguito aiutare e farla rialzare e per non dare mai più nessuna opportunità a quegli stranieri”-commenta James D. Pingleton, che potrebbe benissimo avere un altro nome, allevatore di bestiame di un famoso ranch a Dallas con più di trecento anni di tradizione, insieme al suo collega Derek Fergus Ryan, che potrebbe anch’egli avere un altro nome, allevatore di Fort Worth, mentre passeggiano insieme per il reparto maschile di Niemann Marcus Dallas e, quest’ultimo, sceglie un’Acqua di Parma. “Come lei, così voglio gli stranieri: lontani, molto lontani”.
Ogni volta che si parla di cospirazione nell’Impero, salta fuori l’asse Dallas-Fort Worth, esattamente dove fu progettata e consumata la morte del presidente John F. Kennedy.

 
 
 
 
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